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“Ho sentito il tifo fino a Tampere”: l’Europeo di Giacomo Bellillo

Pubblicato il 22 agosto 2025

“Ho sentito il tifo fino a Tampere”: l’Europeo di Giacomo Bellillo

“Ho sentito il tifo fino a Tampere”: l’Europeo di Giacomo Bellillo

Agosto 2025 resterà una data speciale per Educare con il Movimento: il nostro atleta Giacomo Bellillo ha indossato la maglia azzurra agli Europei Under 20 di Tampere, in Finlandia.
Un’esperienza unica, fatta di emozioni, sacrifici e orgoglio, che lo ha visto concludere al 18° posto continentale nel mezzofondo.
Al rientro in Italia, Giacomo ha voluto raccontarci cosa ha significato per lui questa avventura e lasciare un messaggio ai giovani atleti della nostra società: crederci sempre, senza mai fermarsi.

Ciao Giacomo, ti abbiamo seguito in tv e nelle news durante la tua avventura a Tampere: grazie per averci emozionato anche questa volta! Cosa ha significato per te gareggiare individualmente in un evento europeo, e per di più così lontano dall’Italia?

Giacomo: Grazie a tutti per avermi seguito anche a distanza e per avermi sostenuto in questo campionato europeo, che è stato il mio primo europeo. Nonostante foste così lontani, ho sentito il tifo fino a Tampere. Per me è stato un onore partecipare a un campionato europeo individuale e, in generale, vestire la maglietta dell’Italia — cosa che è successa esclusivamente quest’anno. Lo ritengo un passo importante per la mia carriera, qualcosa che mi fa ben sperare ed è motivo di vanto per me, perché ripaga tutti i sacrifici di quest’anno e di quelli passati.

C’è qualcosa della Finlandia — nel modo di vivere o nell’organizzazione — che ti ha colpito particolarmente?

Giacomo: Qualcosa della Finlandia che mi è rimasta impressa, e che non c’è in Italia, è l’accuratezza con cui i finlandesi rispettano le regole. Ad esempio, quelle della strada: non c’è nessuno che “sgarra”, tutti rispettano i semafori, che tra l’altro sono molto lunghi.

Parliamo della squadra italiana Under 20: come l’hai trovata? Hai legato con qualche compagno in particolare?

Giacomo: Ho trovato un gruppo molto unito, che tifava sempre per i compagni. Ho legato molto con i mezzofondisti delle altre specialità, persone con cui ho potuto interagire di più. Sono ragazzi molto determinati, come me, e quindi ho stretto un forte legame con loro.

Raccontaci le emozioni: cosa hai provato entrando nello stadio di Tampere e poi scendendo in pista, sapendo che ti stavamo guardando in diretta tv?

Giacomo: Quando sono sceso in pista ho cercato di “spegnere la testa”. I pensieri ci sono stati soprattutto prima, durante il riscaldamento, pensando a tutte le persone che mi avrebbero guardato. Però penso che un atleta debba lasciare quei pensieri fuori dalla propria mente: devono subentrare solo dopo la gara. In quel momento ho pensato soltanto a correre e a dare il meglio. Ho cercato di stare con il gruppo il più possibile, pur sapendo che la mia condizione non era quella ottimale, e comunque ho provato a dare tutto.

In tv abbiamo visto un gruppo compatto per molti giri: cosa stava accadendo dal tuo punto di vista? Era una fase di studio? Avevi una strategia precisa?

Giacomo: Durante la gara ho cercato sempre di stare agganciato al gruppo. Avevo il 25º accredito, quindi il penultimo, ma il mio tempo era molto vicino a quello di tanti altri atleti. Alcuni problemi mi hanno impedito di essere in forma, ma ho provato a resistere il più possibile. Alla fine sono rimasto con il gruppo fino agli ultimi due giri: quando davanti hanno accelerato, mi sono staccato. Ho cercato comunque di fare la mia gara al massimo: questo è stato il mio limite in quella condizione, ma va bene così. È stato un campo di prova importante, un’esperienza formativa che mi insegnerà molto per le prossime competizioni con l’Italia e nelle gare tirate. C’è poco da dire: quelli davanti andavano davvero forte, ma piano piano arriveremo anche noi a quel livello.

Negli ultimi due giri il gruppo si è allungato con attacchi e inseguimenti. Ti aspettavi avversari così forti?

Giacomo: Nonostante tutto sono arrivato 18º e, considerando com’è andata, lo ritengo un risultato importante, anche perché l’obiettivo principale era partecipare agli Europei (non me lo sarei mai aspettato!). Forse questa gara ha avuto un valore più grande rispetto a quella di Oderzo. Lì, però, devo dire la verità, l’ho affrontata con più leggerezza: senza pressione sono riuscito a osare di più, anche grazie a una condizione migliore. Questo mi ha permesso di arrivare sesto nella generale e primo degli italiani. Ci saranno altre gare come Oderzo, lo prometto!

Tampere sarà sicuramente stata un’esperienza formativa. Cosa riporti con te in Italia e cosa pensi di cambiare nel tuo approccio all’atletica?

Giacomo: Tampere, nonostante tutto, è stata un’esperienza molto formativa. Mi ha fatto entrare in un contesto che non avrei mai pensato di vivere, quello della Nazionale. Ho potuto vedere i meccanismi da vicino, confrontarmi con atleti di livello nazionale e internazionale, osservare come corrono. Sicuramente la prossima gara sarà un passo avanti.
In Italia mi porto tanta esperienza, tanta voglia di continuare a correre forte, ancora più forte di prima. E correre sapendo che sugli spalti c’erano persone che correvano con me con la mente — il mio allenatore, mio padre, mia madre e tutti quelli che mi seguivano da casa — è stato importantissimo. Ti dà una spinta in più, soprattutto avere il mio allenatore vicino: è grazie a lui e ai suoi insegnamenti se mi sono ritrovato a correre in un campionato europeo.

Con le tue esperienze internazionali, che consiglio daresti ai tanti piccoli atleti di Educare con il Movimento che sognano di seguire le tue orme?

Giacomo: Il messaggio che voglio mandare a tutti i ragazzi dell’atletica ECM, Educare con il Movimento, è di crederci sempre. Anch’io un tempo non avevo mai “superperformato”: avevo buoni risultati, ma non eccezionali. Poi, con l’allenamento, il tempo e la determinazione, sono riuscito a ottenere quello che ho fatto. E non mi fermerò qui. Come non mi fermo io, non devono fermarsi neanche loro!

Grazie Giacomo per la tua disponibilità e per le emozioni che ci regali. Noi continueremo a fare il tifo per te!


L’esperienza di Giacomo a Tampere ci ricorda che i traguardi più importanti nascono da impegno, sacrificio e passione.
Ogni passo, ogni allenamento e ogni gara sono parte di un percorso che porta a crescere, dentro e fuori la pista.
Come Giacomo, anche i giovani atleti di Educare con il Movimento hanno davanti a sé un cammino da scrivere: fatto di sfide, ma anche di emozioni e soddisfazioni da condividere insieme.
Noi saremo sempre al loro fianco, pronti a tifare con lo stesso entusiasmo che ha fatto arrivare il nostro incoraggiamento fino a Tampere.


Foto: FIDAL

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